Attraverso la revisione del Codice civile, il diritto sulla protezione dei minori e degli adulti deve essere adattato su certi punti. In particolare, è previsto che vengano concessi maggiori diritti ai rappresentanti delle persone bisognose di assistenza e che venga ampliato il numero dei rappresentanti legali. L'Associazione dei Comuni Svizzeri (ACS) sostiene in linea di principio questo proposito, ma nella sua dichiarazione sottolinea due punti importanti per i comuni.
Innanzitutto, la revisione della legge prevede che i mandati precauzionali possano essere depositati presso un ufficio designato dal cantone. Già oggi alcuni cantoni offrono questa possibilità, definendo principalmente gli uffici cantonali o regionali come luoghi di deposito. Dal punto di vista dell'ACS, questa situazione dovrebbe rimanere tale: i luoghi di deposito dovrebbero continuare ad essere principalmente le autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA) o gli uffici cantonali, ma non i comuni. Altrimenti, i servizi comunali per gli abitanti si troverebbero a fronteggiare un notevole aumento di lavoro, soprattutto in relazione all’estensione dell’obbligo di indagine dell’APMA.
In secondo luogo, il Consiglio federale suggerisce che l’APMA non comunichi tutti i casi di tutela al comune di residenza, ma solo quelli che implicano una restrizione o una revoca della capacità di agire. L'ACS considera questo un punto critico: per i comuni è essenziale ricevere tutte le comunicazioni attuali dell’APMA. Ad esempio, non è pratico per il comune contattare prima l’APMA in caso di cambio di indirizzo. Inoltre, le comunicazioni dell’APMA ai servizi agli abitanti sono rilevanti anche per gli altri sistemi e servizi, come ad esempio l'amministrazione fiscale o gli uffici scolastici. Di conseguenza, l'ACS chiede al Consiglio federale di modificare il progetto di legge corrispondente o almeno di trasformarlo in una disposizione potestativa, che consenta ai comuni di avere accesso a ulteriori informazioni.
Alla presa di posizione (in tedesco)