Nessuna «modernizzazione» del servizio postale a spese della popolazione!

am 24. Februar 2022
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Il 24 febbraio 2022 una commissione di esperti, su mandato del DATEC e del DFF ha delineato la sua visione del servizio postale universale nel 2030. Secondo l'Associazione dei Comuni Svizzeri (ACS) la “modernizzazione della Posta” proposta equivale a una riduzione qualitativa e quantitativa del servizio postale universale.

Oggi, il 90% della popolazione di ogni cantone deve poter raggiungere un ufficio postale, a piedi o con i mezzi pubblici, nell’arco di 20 minuti. In futuro, i requisiti di accessibilità saranno formulati in modo neutrale sul piano tecnologico per garantire una maggiore flessibilità. Il tipo e il modo di accesso non sarebbero quindi più determinanti – secondo il gruppo di esperti ci sarebbe un “margine di manovra per le peculiarità e le esigenze regionali”.

Dal punto di vista dell’ACS, è essenziale che anche in futuro gli stessi criteri di accesso siano applicati a tutti i cittadini e a tutte le regioni della Svizzera. Questo include gli 800 uffici postali del paese, che rappresentano già oggi uno standard minimo. I comuni di piccole e medie dimensioni in particolare soffrirebbero altrimenti dello smantellamento del servizio postale pubblico.

In un altro passaggio, la commissione di esperti propone di sottoporre a concorso pubblico il servizio universale nel settore del traffico dei pagamenti. Un mandato di servizio universale rimarrebbe in vigore. Tale proposta è legata all'orientamento futuro di Postfinance. Questo nuovo approccio va quantomeno esaminato.

Secondo la commissione di esperti, l'offerta di servizio postale attuale nel 2030 non sarà più al passo con i tempi, poiché la società diventa sempre più tecnologica, mentre le modalità di comunicazione e di trasmissione analogiche perdono in importanza. Considerando che, da qui al 2030, mancano solamente otto anni, l’ACS considera quest’affermazione quantomeno audace. In passato, il servizio postale pubblico ha sempre saputo adattarsi alle nuove sfide, con il coinvolgimento di tutti i partner istituzionali e privati: cantoni, comuni e imprese. Il presente esercizio della commissione di esperti rompe, purtroppo, con questo approccio cooperativo e non costituisce un approccio costruttivo.

L'Associazione dei Comuni Svizzeri prende quindi atto in maniera molto critica del contenuto del rapporto della commissione di esperti e, nel dibattito politico attuale, si impegnerà per un vero servizio pubblico universale, in tutte le regioni della Svizzera.


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