Alice Zollinger, collaboratrice easyvote presso la Federazione Svizzera dei Parlamenti dei Giovani
easyvote è un’offerta rivolta ai giovani e sostenuta dai comuni che incentiva la formazione d’opinione e la partecipazione politica dei giovani cittadini, tramite informazioni facilmente comprensibili e politicamente neutrali.
Simona Corecco, Collaboratrice della Sezione degli enti locali (Dipartimento delle Istituzioni del Canton Ticino)
Scegliere un futuro è costruire un presente
Anche in Ticino, il sistema di milizia elemento cardine della democrazia partecipativa a tutti i livelli, è in difficoltà come lo è il mondo associativo, alla ricerca costante di nuove leve. La politica interessa sempre meno le giovani generazioni e l’operazione di compilare le liste agli appuntamenti elettorali è fonte di affanni per tutti i partiti. Le aggregazioni hanno temporaneamente risolto il problema nei piccoli comuni ticinesi ma hanno nel contempo aumentato la distanza tra la politica e i cittadini. Con la mobilità e il crescente individualismo, si è affievolito il senso d’appartenenza che è un importante attivatore dell’impegno politico a livello locale.
Quali sono le possibilità di partecipazione di bambini e giovani alla politica e alla società? Quale importanza viene data al loro coinvolgimento e quale peso alla loro voce, in generale e negli ambiti che li riguardano direttamente? E quindi, come si può promuovere e migliorare la partecipazione di bambini e giovani? A queste ed altre domande è dedicata la prossima rubrica tematica di in comune.
Marzio Della Santa, Capo della Sezione degli enti locali (Dipartimento delle Istituzioni del Canton Ticino)
Sono trascorsi solo due mesi dal 4 febbraio, quando, a Lugano, è andato in scena il secondo appuntamento organizzato per favorire il dialogo tra il Cantone e tutti gli attori attivi nei Comuni ma non solo. Tra i presenti Consiglieri di Stato, Gran Consiglieri, Sindaci, Municipali, Consiglieri comunali, Segretari comunali, funzionari e tecnici comunali, responsabili di case di riposo e di istituti scolastici nonché funzionari cantonali. Un grande successo in termini di partecipazione, di interesse mediatico e soprattutto di contatti attivati grazie all’evento.
Termini come e-government, e-voting e tecnologie civiche sono sulla bocca di tutti. Ma cosa significano per la partecipazione dei cittadini svizzeri? in comune affronta il tema della digitalizzazione e della partecipazione digitale in una rubrica propria e si occupa in particolare della questione se e in quale misura la digitalizzazione può promuovere la partecipazione della popolazione alla vita del proprio comune.
In Svizzera, tutte le donne e gli uomini che hanno compiuto 18 anni e che possiedono la cittadinanza svizzera possono partecipare alle votazioni e alle elezioni federali, cantonali e comunali, nonché lanciare un referendum o un'iniziativa popolare, o firmarli entrambi. I cittadini svizzeri maggiorenni residenti all'estero possono partecipare a votazioni ed elezioni a livello federale, ma solo alcuni Cantoni e Comuni concedono loro tali diritti.
Thomas Milic, Istituto di scienze politiche, UZH
In media, meno della metà degli aventi diritto di voto partecipa alle votazioni federali, mentre per quelle cantonali e comunali in genere il tasso scende ulteriormente. Questa partecipazione cronicamente bassa è stata ed è spesso deplorata con fiumi di parole e si contrappone all’ideale teorico della cosiddetta democrazia partecipativa: il coinvolgimento di tutti nelle decisioni popolari. Ma non tutti condividono questa tesi. I fautori della teoria democratica elitaria, come il filosofo Joseph Schumpeter, sostengono che non sia dannosa per il funzionamento di una democrazia, ma che al contrario sia benefica, purché voti una minoranza numericamente esigua, ma altamente informata. Soprattutto nella politica svizzera vicina al popolo, questa visione "elitaria" non è molto popolare e quasi nessuno osa professarla apertamente. Le reazioni dopo le votazioni federali rivelano tuttavia che questa visione è forse più diffusa di quanto non si pensi. Infatti, dopo le votazioni, i “perdenti” vanno ripetendo che l’elettorato non fosse sufficientemente informato o – in fin dei conti anche questo è sinonimo di informazioni insufficienti – che fosse stato deliberatamente fuorviato. Di tanto in tanto si è persino chiesto di ripetere il voto per correggere una decisione "sbagliata", perché non informata. Questa rivendicazione dimostra che la legittimità di una decisione popolare è messa in discussione se si basa su informazioni insufficienti.
Rebecca Mörgen & Prof. Dr. Peter Rieker, Istituto di scienze dell'educazione, UZH
Negli ultimi anni le questioni relative alla partecipazione e al potere codecisionale dei bambini e dei giovani nei loro ambiti d'azione quotidiani hanno ricevuto un'attenzione sempre maggiore. Di conseguenza, negli ultimi anni a livello comunale sono stati creati sempre più comitati di partecipazione che permettono a bambini e giovani di familiarizzare con i processi democratici, metterli in pratica e in cui possono svolgere un ruolo attivo.
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